Giuseppe Pensa

Giuseppe Pensa, 1903 - Archivio Pietro Pensa, Esino Lario. Questo file è stato creato dal Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne. Fotografo Giovanni Battista Ganzini[1]
Giuseppe Pensa, 25 novembre 1900. Questo file è stato creato dal Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne.

Giuseppe Pensa è nato il giorno 11 luglio 1878 ed è morto nel 1973.[2]

Insegnante di calligrafia nelle scuole elementari, politico e Podestà (rappresentante del Regime fascista) a Esino Lario per tutto il Ventennio.

Cenni biografici

 
Giuseppe Pensa, 1898. Questo file è stato creato dal Centro di documentazione e informazione dell'Ecomuseo delle Grigne.

Periodo 1878-1910

Figlio, con altri dieci fratelli e sorelle, di Pietro Pensa (1837-1901) - segretario comunale di Esino Inferiore (CO) -, e di Domenica Barindelli. Ha vissuto prevalentemente a Milano mantenendo legami molto forti con la comunità di Esino Lario da cui il casato proviene.

Nel 1903 si sposa con Rita Fontana da cui avrà due figli:

  • Massima (1905);
  • Pietro (1906).

Nel 1904 lo troviamo segretario comunale di Esino Superiore (CO). Curiosamente il padre è stato segretario comunale di Esino Inferiore per circa trenta anni dal 1870.

1911 - Sindaco di Esino Inferiore

Nel 1911 viene eletto sindaco di Esino Inferiore.

Nel 1912 e 1919 appare in due fotografia come insegnate di calligrafia all'orfanotrofio maschile Martinitt di Milano. Il suo ruolo di insegnante di calligrafia è confermato dal Bollettino ufficiale del Ministero dell'Istruzione pubblicato nel 1913, risultato della sessione primaverile, che lo vede classificarsi con un punteggio di 260/320 su una graduatoria di insegnanti abilitati all'insegnamento della calligrafia nel provveditorato di Milano. Analogamente alla moglie di poco più brava (262/320).[3]

Nel 1925, nelle vesti di Sindaco di Esino Inferiore, partecipa alla inaugurazione della strada carrozzabile Varenna - Perledo - Esino Inferiore. Ospite d'onore per l'occasione persino l'on. Attilio Teruzzi, sottosegretario all'Interno e già membro della Giunta per le elezioni del Parlamento, oppositore in occasione della contestazione dell'on. Giacomo Matteotti sulla validità delle elezioni, nel celebre ultimo discorso del 30 maggio 1924 (a cui seguì il rapimento e l'uccisione).

Curiosamente nel 1925 mentre il Sindaco di Esino Superiore (Nasazzi) viene nominato Cavaliere della Corona d'Italia, su proposta dell'on. Teruzzi, Giuseppe Pensa, non è ancora cavaliere pur essendo anch'egli Sindaco. Ad Esino nel 1925 si costituisce una sede del Partito Nazionale Fascista guidata dall'esinese A. Carissimo.

1926 - Podestà di Esino Lario

Con l'introduzione delle leggi fascistissime nel 1926/1927, viene scelto Giuseppe Pensa come Podestà di Esino Lario dalla Prefettura di Como, in seno al Partito Nazionale Fascista.

Sul finire degli anni Venti (per la precisione nell'agosto del 1927), Giuseppe Pensa ha avuto contatti personali con Arnaldo Mussolini e i figli del Duce (Bruno e Vittorio), oltre all'on. Renato Ricci, a quel tempo presidente della neo nata Opera Nazionale Balilla.

Il 27 dicembre 1929 finalmente viene nominato anche lui Cavaliere della Corona d'Italia, curiosamente dall'alto, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, Benito Mussolini.

Nel 1931 pubblica con Mondadori il libro Nel mondo e nei secoli, un testo scolastico con pagine di razzismo scientifico e un elogio all'ideale fascista.

Tre anni più tardi, il 20 ottobre 1934, Il Ministro dell'Interno propone la sua promozione a Ufficiale della Corona d'Italia.[4] La promozione a ufficiale diviene effettiva con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del Regno il 4 febbraio 1935.

Per tutto il Ventennio ha abbracciato e sostenuto l'ideale fascista, sia rappresentando il regime a Esino Lario come Podestà, sia come direttore didattico a Vendrogno (CO) presso un istituto per orfani.[5]

Nel 1939 appare ritratto in un dipinto dal figlio ing. Pietro Pensa per la prima edizione del Premio Cremona, iniziativa del regime fascista diretta dal gerarca fascista Farinacci.[6][7]

Periodo 1945-1973

Dopo la Liberazione dall'occupazione nazista e la caduta del fascismo lo si trova impiegato presso la prefettura di Milano. Negli anni Cinquanta tenterà di essere eletto nelle file del Movimento Sociale Italiano, ma la candidatura non andrà in porto.

Muore nel 1973. È sepolto nel cimitero di Esino Lario (LC).

Libri

  • 1913. Giuseppe Verdi. Ricordato ai giovanetti italiani: per commemorare il grande agli allievi delle Scuole comunali interne dell'orfanotrofio maschile, Milano.
  • 1931. Nel mondo e nei secoli, Mondadori, Milano. Il libro è particolarmente significativo perché contiene una pagina di razzismo scientifico, oltre che un elogio all'ideale fascista.

Riconoscimenti

1935 Viene promosso Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia[8]

Note